Business plan per start up: cosa tenere in considerazione?

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Business plan per start up: cosa tenere in considerazione?

Business plan per start up: cosa tenere in considerazione?

Il business plan per le start up è di fondamentale importanza. Come abbiamo evidenziato nell’articolo “Come avviare una start up in Italia”, è necessario avere fin da subito degli obiettivi di mercato precisi, da raggiungere in un determinato arco temporale, valutando con attenzione le spese necessarie per poterli perseguire. Tutto ciò va messo nero su bianco in un documento, utile per riuscire ad ottenere incentivi o finanziamenti, ma anche per avere ben chiara la strada da percorrere.

Business plan per start up: perchè è importante?

Nella fase di avvio di una start-up è necessario analizzare con obiettività le reali potenzialità della propria idea di business e, una volta accertata la fattibilità del progetto, impostare la strategia e il piano operativo/finanziario più efficaci per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Per farlo, l’imprenditore deve predisporre il business plan per la start up, cioè un programma che descriva nel dettaglio lo sviluppo graduale e sostenibile della start-up, dalla sua costituzione sino all’immissione del prodotto/servizio sul mercato.

È considerato un documento fondamentale anche per ottenere finanziamenti o incentivi per la start-up, nonché per attrarre potenziali investitori interessati al progetto.

Come va predisposto il business plan per una start up?

Il business plan per una start up deve essere sempre redatto in modo chiaro, comprensibile e veritiero. Un business plan scritto in modo confuso o con un linguaggio troppo tecnico, infatti, rischia di rivelarsi controproducente e di allontanare potenziali investitori.

Inoltre, il programma deve sempre prevedere:

  • un indice, che elenchi tutte le sezioni presenti al suo interno;
  • gli allegati (dati numerici, schemi e/o diagrammi sulle indagini di mercato; schede tecniche del prodotto; preventivi dei fornitori, ecc.), che ne confermino il contenuto.

Infine, per redigere un efficace business plan per start up, è opportuno suddividerlo in due parti:

  1. Descrittiva, in cui viene illustrato il progetto, analizzato il mercato di riferimento e indicate le risorse necessarie per raggiungere il target prefissato.
  2. Economico-finanziaria, nella quale vengono illustrate le proiezioni economico-patrimoniali e finanziarie già analizzate nella prima parte. In particolare:
    • Il Conto Economico previsionale dei successivi 2/3 anni, nel quale vanno riportate le previsioni di tutti i ricavi previsti e i costi (fissi e variabili) da sostenere;
    • Lo Stato patrimoniale previsionale dei successivi 2/3 anni, cioè l’indicazione della provenienza dei capitali e come verranno utilizzati);
    • flussi finanziari preventivati (cash flow);
    • Gli indici di sviluppo, di redditività, liquidità e solidità.

Business plan per start up: i 7 punti fondamentali

La parte descrittiva del business plan per una start up è generalmente articolata in 7 punti:

  1. L’executive summary, nella quale viene sinteticamente descritta:
    • la nascita dell’idea alla base del progetto e i bisogni che il prodotto/servizio mira a soddisfare;
    • la situazione attuale del mercato di riferimento (prodotti, tecnologie disponibili, ecc.) e le caratteristiche degli attuali concorrenti.
      Una start-up, in questa sezione, dovrebbe evidenziare le principali criticità (o necessità) del mercato in cui intende lanciare il proprio prodotto/servizio e gli effetti innovativi (o i benefici) a breve/medio termine che quest’ultimo si propone di apportare.
  2. La descrizione della start-up, in cui vanno indicati:
    • la (breve) storia, i servizi offerti, la struttura, l’organizzazione e le sedi della start-up;
    • la composizione del team imprenditoriale e una sintetica descrizione di ciascun membro (ruolo, esperienze, motivazioni, ecc.);
    • i punti di forza rispetto ai competitors (es.: possesso di brevetti, alta percentuale di personale impiegato nell’attività di ricerca e sviluppo, caratteristiche uniche del prodotto o servizio, location strategica, ecc.).
  3. La descrizione del prodotto o servizio: le caratteristiche principali e ciò che lo contraddistingue (o rende unico) rispetto a quello dei concorrenti; gli effetti che mira a generare sul mercato, a breve e medio termine, ecc.
  4. L’analisi del mercato: per stimare le reali chances che il prodotto/servizio avrà una volta immesso sul mercato, è necessario riportare i risultati delle ricerche effettuate su:
    • il mercato di riferimento: la normativa che lo disciplina, i dati macro–economici (trend della domanda, tasso di crescita, ecc.);
    • il target (generalmente i consumatori): caratteristiche socio-demografiche e geografiche, stile di vita e preferenze, capacità di acquisto, ecc.;
    • le caratteristiche principali dei competitors e dei loro prodotti/servizi (pro e contro, prezzi, assistenza, ecc).
  5. La strategia di marketing:  in questa sezione è necessario indicare il business model che la start-up intende adottare per immettersi (e poi imporsi) sul mercato, fidelizzare i nuovi clienti ed espandere il proprio network. Andranno quindi descritte:
    • la filosofia e la mission della start-up;
    • le modalità di approvvigionamento, produzione, fornitura, distribuzione ed eventuale stoccaggio;
    • le politiche di vendita/distribuzione del prodotto/servizio (prezzi adottati, rete di vendita, accordi di commercializzazione);
    • le modalità di comunicazione e promozione del proprio prodotto/servizio (mezzi e canali pubblicitari).
  6. Il piano operativo, che illustra dettagliatamente le modalità di attuazione della propria strategia di marketing.
  7. La struttura organizzativa: in questa sezione andrà indicata la struttura societaria ed organizzativa della start-up. In particolare:
    • la sede principale e le sedi secondarie, nonché i settori di attività della start-up;
    • la qualifica, le funzioni e le competenze dei soci, degli amministratori, del personale dipendente e degli eventuali collaboratori, ai fini del raggiungimento degli obiettivi societari.

L’importanza di un supporto legale e fiscale per le start up

Ora che abbiamo analizzato i punti fondamentali di un business plan per start up, è bene focalizzarci sulla questione più rilevante che affligge ogni imprenditore nella fase di avvio e sviluppo della start-up: sono in grado di redigerlo da solo?

La scelta di professionisti esterni (avvocati, commercialisti, analisti di mercato, ecc.) e dei relativi costi da sostenere per la consulenza e l’assistenza nella predisposizione del programma sono certamente l’ostacolo più grande, soprattutto nella fase di avvio. Inoltre, le “offerte allettanti” presenti sul web omettono sempre costi nascosti e non sono sinonimo di affidabilità. Quindi? Qual è la soluzione?

Il nostro consiglio, soprattutto nella fase iniziale, è quello di affidarsi a professionisti seri, qualificati e con provata esperienza nell’attività di consulenza alle start-up, poiché i costi sostenuti per un efficace business plan per start up saranno certamente inferiori rispetto a quelli che deriveranno da un’errata strategia predisposta autonomamente.

Il nostro Studio legale, grazie alla competenza e all’esperienza in tema di consulenza e assistenza alle start-up, sia in ambito legale che commerciale e societario:

  • fornisce a tutti gli imprenditori interessati ad avviare la propria start-up o a definire una business strategy ottimale, una consulenza e un’assistenza specifica nelle pratiche burocratiche e commerciali;
  • assiste i propri clienti nella fase di analisi del mercato, nella predisposizione del business plan e nella ricerca delle risorse economiche necessarie per finanziare la start-up;
  • affianca la società in ogni fase dello sviluppo, consigliando le migliori strategie commerciali e legali da attuare.

Contattateci immediatamente ai numeri 0683521985 o 3711453121, oppure scriveteci all’indirizzo info@studiolegalecoscia.it per una consulenza specifica.

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